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Redazione

Redazione

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Il più grande Ivory Burn della storia a Nairobi il 30-04

30 aprile 2016: giornata storica per la conservazione di elefanti e rinoceronti. Il Kenya distruggerà infatti il più grande quantitativo di zanne d’avorio e corni di rinoceronte della storia. Si tratta di ben 105 (alcune fonti dicono 120) tonnellate d’avorio, quasi la totalità degli stock accumulati negli anni, e una tonnellata e mezza di corni di rinoceronte, l’intero stock a magazzino. Nel Parco Nazionale di Nairobi sono state allestite 12 gigantesche pire, che verranno date alle fiamme dal Presidente keniota Uhuru Kenyatta proprio questo sabato. Un immenso rogo che è un segnale forte per tutti quelli che sostengono che la vendita all’asta dell’avorio a magazzino offrirebbe ingenti fondi per la conservazione. Un rogo che per noi è soprattutto un ‘funerale simbolico’ per le decine di migliaia di elefanti e rinoceronti trucidati per superstizione e chincaglierie.

Quanti sostengono che la legalizzazione del commercio di corni e zanne darebbe nuova linfa alle attività conservazionistiche non si rendono conto che ognuno di questi animali può generare, nell’arco della propria vita, un valore 20 volte superiore grazie all’indotto turistico che darebbe sostentamento e lavoro alle comunità locali, generando un sistema sostenibile nel tempo” dichiara Vincenzo D’Adamo, Responsabile Nazionale del Progetto “Angels For Africa” dell’Anpana Onlus, che ha fra le proprie finalità proprio la sensibilizzazione sul tema del bracconaggio e la promozione di un’economia alternativa, fondata sul turismo sul rispetto e la tutela dell’ecosistema africano. “Il nostro impegno è duplice: in Italia, sensibilizzare su quali siano le origini dell’avorio e supportare, attraverso il nostro nucleo di Guardie Ecozoofile, il lavoro delle Autorità nella repressione dell’illegalità. Il sogno del Ministro Galletti è di non vedere più avorio nelle case degli Italiani. Il nostro è di sapere che non vi è commercio d’avorio, legale o meno, in tutto il mondo. Questo significherebbe salvezza dall’estinzione per gli elefanti, e introiti in meno per i terroristi di stampo islamico. Il secondo impegno, per noi, è sul fronte africano: attraverso un team altamente qualificato andiamo a supporto e offriamo formazione ai ranger impegnati nella difesa di questi animali sul territorio”.

Un tema, quello del commercio internazionale dell’avorio, molto sentito anche dalle Autorità del Kenya, che si sono fatte promotrici di un summit fra Governi africani in primis, ma non solo, per discutere linee comuni volte alla repressione del bracconaggio e soprattutto per spingere affinché si giunga al divieto internazionale di commercio d’avorio, grezzo o sotto forma di manufatti.

Facciamo nostre le parole di Patrick Omondi, direttore del Kenya Wildlife Service”, prosegue D’Adamo, “quando sostiene che l’umanità può vivere benissimo senza avorio. Non si tratta di un farmaco, non è essenziale per le nostre vite. È solo apparenza, moda, superstizione: e uccidere pachidermi da 7 tonnellate per farne chincaglierie o statuette è pura follia”.

Si calcola che ogni anno, in Africa, vengano uccisi dai 30 ai 35 mila elefanti, e oltre 1.300 rinoceronti: buona parte dei proventi del traffico illegale vanno a finanziare organizzazioni terroristiche di stampo islamico, come Al Shabaab o Boko Haram. Recenti indagini della Commissione Europea hanno evidenziato che l’Europa è non solo territorio di transito, ma anche zona d’arrivo e smercio di zanne e corni.

Sul mercato nero asiatico, le zanne grezze d'elefante vengono quotate $1.800 al kg (dati riferiti al Vietnam), mentre l'avorio lavorato raggiunge i $3.000 dollari al kg. Il corno di rinoceronte, dagli ultimi dati disponibili, è stabile a $65.000 al kg, quotazione che porta ogni singolo animale a valere oltre mezzo milione di dollari, stimando il corno in circa 8kg di cheratina pura (lo stesso materiale di cui sono fatte unghie e capelli umani).

"È necessario un grande lavoro di informazione e sensibilizzazione sia nei paesi d'origine che nei paesi di destinazione di questo triste commercio per salvare dall'estinzione questi meravigliosi animali", conclude D'Adamo. "È encomiabile l'iniziativa del Kenya, che sta spingendo affinché i Governi di tutto il mondo si uniscano per porre fine a questo massacro. Dal canto nostro, continueremo a parlarne qui in Italia e a lavorare contestualmente con Associazioni internazionali e governi locali per migliorare la tutela e la salvaguardia di questi pachidermi. Non vogliamo rassegnarci all'idea di vederli estinti in meno di 10 anni per superstizione e avidità". 

 

 

Travolto e ucciso in tangenziale uno sciacallo dorato

  • Pubblicato in News

 

TREVISO. Le Guardie Venatorie della Provincia di Treviso hanno recuperato la carcassa di uno “Sciacallo dorato”, una specie particolarmente rara nella Marca  che da anni non si osservava.

L’animale è stato ritrovato a Treviso, in zona Sant’Antonino vicino alla tangenziale dove era stato investito  giovedì notte. Lo “Sciacallo dorato” è una specie originaria dell’Asia centrale e molto diffusa nell’Est Europa, specie in Bulgaria. Si tratta di un animale molto adattabile, essendo capace di sfruttare numerose fonti di cibo, dai frutti e gli insetti fino ai piccoli ungulati.

 

Lo sciacallo dorato ritrovato dalle...

Lo sciacallo dorato ritrovato dalle Guardie venatorie della Provincia

Le prime apparizioni in Veneto risalgono al 1992 e nella Marca  non si osservava da anni. “Dispiace davvero che un esemplare di questo tipo sia ritrovato morto – commenta Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso – si tratta di una specie rarissima nei nostri territori, che migra dall’est. È stato investito, ma l’investitore ha dimostrato l’accortezza e la sensibilità di spostarlo sul guard-rail dove l’hanno trovato le guardie venatorie prima di portarlo al Centro di Recupero Fauna Selvatica, purtroppo morto. Lancio anche un appello all’investitore: se potesse contattare i nostri uffici allo 0422.656000, non ricorre in alcuna sanzione, ma sarebbe davvero importante capire il punto esatto di uscita in strada per poter tracciare le rotte migratorie. Poi è un animale sociale che vive a coppie, quindi potrebbe esserci la sua famiglia nelle nostre campagne. Molto probabilmente aveva percorso il Parco del Sile provenendo da est”.

Cala Luna: la danza di 5 balenottere

  • Pubblicato in News

 

Eccezionale avvistamento di un gruppo di balenottere comuni di fronte alla costa, nel Golfo di Orosei.

L'avvistamento è stato effettuato, e documentato, lunedì mattina intorno alle 11 da Saturno Ranucci, comandante del peschereccio "Delfino Primo" di Cala Gonone, al largo di Cala Luna.

 

"Non è raro l'avvistamento della balenottera comune in questo periodo - dice Ranucci - infatti ne abbiamo avvistata una anche la settimana scorsa, ma 5 tutte insieme, due delle quali di circa 15 metri, non le avevamo mai viste".

Il gruppo di balene, 2 adulti e tre esemplari più piccoli, si dirigeva da nord verso sud a circa 3 km dalla costa di fronte allo splendido scenario di Cala Luna su un fondale di circa 800 metri, "molto ricco di plancton", spiega Ranucci, arrivato in Sardegna 40 anni fa da Ostia con il padre, il leggendario "Nonno Pio", per trasportare turisti da Arbatax alle splendide calette del golfo di Orosei.

Oggi Saturno porta i turisti a pesca con il peschereccio Delfino Primo e ha postato uno dei video girati sulla pagina facebook Flipper Cala Gonone, che è diventato virale con oltre 23mila visualizzazioni.


Capo Frasca, tartaruga allo stremo salvata dai pescatori e dalla Forestale

  • Pubblicato in News

 

Un meraviglioso esemplare di tartaruga della specie caretta caretta è stato tratto in salvo dagli uomini del Corpo Forestale di Guspini.

L’animale si trovava imprigionato all’interno di un canale, nei pressi della zona di Sant’Antonio di Santadi, all’ingresso della base Nato, forse giunto fino a lì a causa di un’improvvisa piena.

 

 

La tartaruga durante il salvataggio
La tartaruga durante il salvataggio

 

Completamente ricoperta di melma, stanca e boccheggiante, la tartaruga, lunga più di un metro, è stata avvistata da un uomo che ha prontamente avvisato le autorità competenti.

 

La gigantesca tartaruga
La gigantesca tartaruga

 

Le operazioni di salvataggio, coordinate dall’ispettore Giampaolo Madau, sono scattatate alle 14 e hanno visto anche l’intervento di alcuni pescatori locali che, dopo alcuni tentativi falliti, con le loro reti hanno disincagliato l’animale dal fondo del canale.

Terminate le operazioni di salvataggio, sono intervenuti i biologi dell’area marina protetta del Sinis, che hanno provveduto alle cure del prezioso rettile marino.


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