Anpana Calabria denuncia il degrado ambientale delle acque interne in provincia di Crotone
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Crotone. L’Anpana Calabria denuncia lo stato di degrado ambientale cui versano le acque interne della Provincia di Crotone per colpa di chi non si attiene al Decreto Ministeriale del 06 luglio 2005 "Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione e degli scarichi dei frantoi oleari".
In ottemperanza al suddetto Disciplinare Ministeriale, i reflui oleari (riferendoci per comodità, con questo termine sia alle acque di vegetazione che alle sanse umide), possono essere utilizzati sui suoli agricoli, per fini agronomici, per recuperare le sostanze fertilizzanti e ammendanti in essi contenute. Lo stesso disciplinare definisce, però, sia le caratteristiche che i terreni agricoli soggetti allo spandimento devono possedere, sia le norme tecniche da rispettare, per tutelare l'ambiente nel suo complesso ed in particolare, il suolo, le acque superficiali e le acque di falda, nonché limitare il rilascio di esalazioni maleodoranti nell'ambiente.
Gli obblighi imposti riguardano le caratteristiche dei suoli (ad es. lo spandimento dei reflui oleari è vietato nei terreni non adibiti ad uso agricolo, nei boschi, nei terreni con colture orticole in atto, in terreni distanti meno di 200 metri dai centri abitati) e la distanza del terreno da corpi idrici superficiali o sotterranei (ad es. lo spandimento è vietato nei terreni in cui sono localizzate falde a profondità inferiore ai 10 metri o in terreni distanti meno di 10 metri dai corsi d'acqua superficiali).
La mancata e non corretta applicazione delle norme tecniche dettate dalla disciplina Ministeriale (che ogni Regione dovrebbe attenersi) rende l'utilizzazione agronomica dei reflui oleari, un'operazione "rischiosa" per l'ambiente in quanto può provocare danni all'agroecosistema, ossia alla fertilità dei terreni, alla qualità delle acque superficiali e sotterranee.
Nello specifico, qualora i reflui oleari venissero a contatto con le falde acquifere o con le acque superficiali, potrebbero determinare un inquinamento idrico ricondotto sinteticamente alle seguenti tipologie:
a) inquinamento da sostanze che consumano ossigeno, a causa dell'elevato contenuto in sostanze organiche, misurabile con il BOD5o con il COD;
b) inquinamento da polifenoli, che agiscono come inibitori di microrganismi ed enzimi;
c) inquinamento da sostanze tossiche (fitofarmaci) idrosolubili, che si concentrano nelle acque di vegetazione.
Il Dirigente Nazionale dell’Anpana, Dott. Carmine Levato, ha riferito che con l’inizio della campagna olearia purtroppo l’acqua dei fiumi diventa (come ogni anno) di colore scuro, segno evidente che i titolari dei frantoi (o almeno alcuni) smaltiscono, il ricavato proveniente dalla lavorazione dell’ulivo, nei vari corsi d’acqua esistenti sul territorio; uno di questi è il fiume Tacina le cui acque si presentano scure emanando nel contempo un odore nauseabondo e questo è quanto è stato notato nei vari sopralluoghi effettuati dagli Operatori dell’Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente.
Il Dott. Levato conclude dicendo che nei prossimi giorni sarà inoltrata all’Autorità Giudiziaria competente una Informativa dettagliata sulla tematica. (P. M.)